Quando una community di Minecraft distrugge il concetto di capitalismo
Non a tutti piace essere limitati
Minecraft è un gioco che non ha bisogno di presentazioni. con 238 milioni di copie vendute in tutto il mondo, sin dalla sua comparsa sugli schermi nel 2009 si potrebbe ormai considerare una versione virtuale dei mattoncini LEGO, con cui siamo cresciuti un po' tutti noi che ormai apparteniamo a un mondo fatto di consumismo e capitalismo sfrenato.
Tuttavia, cosa succede se proviamo a portare su un gioco che rappresenta la completa libertà di creazione e immaginazione, le limitanti e confezionate leggi del capitalismo moderno? Nel mondo dei videogame solitamente questi giochi sono definiti "Pay to Win", spiegando in poche parole che chi paga ha un vantaggio ingiusto rispetto a chi si limita a giocare "gratis". La stessa formula è stata adottata da alcuni server privati di Minecraft con una formula che - almeno in teoria - non è per nulla accettata dall'EULA di Mojang, la quale relega le transazioni autorizzate di soldi reali a cose esclusivamente estetiche, dette "Vanity". Insomma, vestiti e decorazioni.
Un po' come succede nel mondo reale, "fatta la legge trovato l'inganno", quindi in breve tempo alcuni server hanno smesso di adottare i sistemi di monetizzazione basati unicamente sugli oggetti "fashion" per concentrarsi nel vendere "valute di gioco" e vantaggi di vario tipo, come oggetti speciali e avanzamenti di grado e/o l'acquisto di intere porzioni di mappa. Il tutto rigorosamente illegalmente e a prezzi oltraggiosamente elevati.
Questo approccio non è piaciuto a molti giocatori/youtuber che, per protesta, hanno cominciato a fare alcuni video dove si organizzano con piani degni di Ocean's Eleven per rovinare completamente suddetti server, costringendoli a cancellare giorni e giorni di progressi dei loro giocatori attuali (di cui alcuni paganti) con un "rollback", oppure procedere con il famoso "reset totale", ovvero un ripristino totale del server, cancellando i dati di chiunque per riportare il server alle "impostazioni di fabbrica" e perdere una grande fetta o tutti i giocatori attuali.
Un approccio brutale, direbbero alcuni, che ben si adatta però all'idea che un gioco dove la libertà totale è il cuore pulsante del divertimento, venga "imbrigliato" nelle regole capitalistiche di "comprare materiali", oppure la necessità di possedere una moneta virtuale (ma pagata con soldi realissimi) per fare determinate cose. Un parallelo imbarazzante già così con la vita di tutti i giorni.
Se però all'inizio era soltanto qualche sparuto video di divertimento, se ora si cerca "minecraft duping p2w server" su Youtube, i risultati non tardano ad arrivare...
...e continuano ad aumentare. I video sono molto divertenti e alcuni molto ingegnosi (quasi spaventosi nella loro complessità ed efficienza nel raggiungere lo scopo) con il risultato che più di un server è già fatalmente caduto vittima, venendo costretto a chiudere definitivamente, oppure smettere di vendere vantaggi in gioco.
La maggior parte di questi server riflette in tutto o in parte le leggi del mercato odierno che possiamo sintetizzare con: se hai i soldi, puoi farlo. Al di là delle considerazioni di cosa i giocatori trovino divertente in un server del genere (ognuno dopotutto si diverte a modo suo) è interessante vedere come la critica più importante che viene mossa ai "cheater" che abusano del glitch per distribuire oggetti rari e moneta premium ai giocatori sia un'accusa di "rovinare l'economia" del gioco. Rovinare l'economia, dove ho già sentito questa frase?
Un'accusa che troviamo all'interno di un gioco estremamente famoso e giocato perlopiù da un'audience giovane, anzi giovanissima.
"Rovinare l'economia" è un modo per dire che, con molto "gold" in circolazione, i prezzi dei materiali salgono e gli oggetti a prezzi più bassi vanno a ruba, perché tutti hanno più soldi. Vi ricorda qualcosa? Su Minecraft distruggere queste situazioni sul nascere sta facendo sì che l'unica spesa reale sulla maggior parte dei server sia comprare qualcosa di unico, di difficile da ricreare, che abbia un valore di qualche tipo al di là del mostrare quanto si è (o non si è) ricchi. Altro parallelo decisamente curioso.
Il pensiero che queste persone, con i loro video fatti probabilmente per puro divertimento, stiano sovvertendo e impedendo al capitalismo di attecchire persino in un gioco il cui scopo è appunto sfogare la creatività di chi è davanti al computer (o al cellulare) è un'osservazione che potremmo riflettere sul mondo reale. Siamo così schiavi della quotidianità, dell'essere costantemente genuflessi di fronte l'ineluttabilità del sistema capitalista e consumista, che forse proprio come alcuni giocatori in questi server, se qualcuno ci iniziasse a regalare montagne di denaro, diremmo "stai distruggendo l'economia". Certo, dico "noi", ma sarebbe disonesto includermi in una follia del genere, dai.
Dopotutto però, non è proprio questo che è successo al Venezuela? Se qualcuno non fosse aggiornato sulla questione, spero quest'immagine sia abbastanza eloquente. Potrei fare esempi anche con gli NFT e le criptovalute, ma non è giusto colpire così in basso.
La domanda però che rimane irrisolta è: non è un po' assurdo che la nostra vita sia scandita sulla base di un sistema che, esattamente come in un videogioco che simula i LEGO con cui giocavamo da bambini, può essere completamente rovinato da un semplice "exploit" di un paio di individui, dove però le conseguenze sono drammatiche e completamente distruttive, riducendo un'intera nazione alla povertà assoluta? Non sarebbe il caso di cercare un sistema alternativo, che non ci costringa a inserire sempre più leggi, sperando di "troncare le gambe" a quegli sporchi "cheater" che osano accumulare ricchezze in maniere troppo "facili", senza "fare niente per guadagnarselo"?
Domande retoriche, ovviamente.
Nel caso vi voleste godere uno di questi video e fare parte del movimento, potete seguire il canale youtube di The Horizon e suggerire altri glitch per il duping, così da contribuire, almeno in un ambiente virtuale, a distruggere il capitalismo e lasciare le persone libere da limitazioni inventate, imposte su di noi per il puro interesse di qualcun altro.